Nuovi inquietanti sviluppi emergono dall’indagine condotta nel carcere di Bellizzi Irpino, dove i carabinieri hanno eseguito un ampio decreto di perquisizione e sequestro nei confronti di diciotto persone, tra detenuti ed ex detenuti. Tra questi figura anche Giovanni Limata, il 27enne di Cervinara condannato in via definitiva a sedici anni di reclusione per l’omicidio di Aldo Gioia, compiuto il 23 aprile 2021 all’interno dell’abitazione della famiglia della sua ex fidanzata Elena.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Limata avrebbe più volte tentato di ristabilire contatti con la vedova Gioia, madre della sua ex compagna, inviando messaggi e comunicazioni tramite cellulare e profili social. Un comportamento ritenuto persecutorio e mirato a intimorire la donna, che non ha esitato a denunciare quanto stava accadendo. Le nuove accuse nei confronti del giovane riguardano infatti il reato di atti persecutori, aggravato dal fatto che le condotte sarebbero state compiute mentre si trovava già detenuto.
Nel corso dei controlli all’interno dell’istituto penitenziario, Limata sarebbe stato sorpreso più volte in possesso di un cellulare di ultima generazione, utilizzato proprio per l’invio dei messaggi minacciosi. La presenza ripetuta del dispositivo ha portato le autorità penitenziarie a disporre il trasferimento dell’uomo: prima presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere e successivamente in quello di Salerno, nel tentativo di interrompere ogni possibilità di comunicazione non consentita.
La vicenda ha riacceso l’attenzione sulle gravi difficoltà relative alla diffusione illecita di telefoni cellulari negli istituti di pena, fenomeno al centro di un’indagine più ampia che ha portato alla perquisizione di celle, effetti personali e aree comuni del carcere di Bellizzi Irpino. Nel decreto notificato agli indagati sono confluiti riscontri investigativi che documentano non solo l’uso abusivo dei dispositivi tecnologici, ma anche la capacità dei detenuti di comunicare con l’esterno eludendo i controlli, come dimostrato proprio dal caso Limata.


