Il gip del tribunale di Campobasso, Silvia Lubrano, ha convalidato il fermo di Salvatore Ocone, accusato di aver ucciso la moglie e il figlio quindicenne a Paupisi e di aver gravemente ferito la figlia di 16 anni. L’udienza di convalida, tenutasi nel carcere del capoluogo molisano, è durata pochi minuti: l’uomo, difeso dall’avvocato d’ufficio Giovanni Santoro, si è avvalso della facoltà di non rispondere. La Procura ha chiesto la custodia cautelare in carcere; la decisione del giudice appare ormai scontata.
Il legale ha descritto il suo assistito come “incapace di rendersi conto della gravità di quanto accaduto”, spiegando che Ocone presenta “vuoti di memoria e una condizione patologica preesistente di natura psichiatrica”. Dopo avergli comunicato il miglioramento delle condizioni della figlia, l’uomo avrebbe reagito con un pianto improvviso, tornando subito dopo in uno stato di estraneità e assenza.
Secondo quanto emerso, subito dopo la strage Ocone si sarebbe recato in una chiesa della zona, lasciando tracce di sangue. “È molto devoto a una Madonna venerata nella chiesa di Pagani, vicino casa”, ha confermato l’avvocato, sottolineando la forte componente religiosa del suo assistito.
Attualmente Ocone si trova in isolamento nel carcere di Campobasso, sotto stretta sorveglianza. Restano da chiarire i motivi che lo avrebbero spinto a portare con sé i figli dopo il duplice omicidio: la difesa ha parlato di aspetti ancora al vaglio degli inquirenti, sui quali vige il massimo riserbo.


