Benevento.
Dopo il famoso invito a “mettersi a posto con la Valle Caudina”, la giustizia ha deciso di mettersi a posto… con le pene. In appello, infatti, arrivano riduzioni generalizzate grazie all’esclusione dell’aggravante mafiosa: un po’ come quando scopri che al supermercato c’è lo sconto del 50% su tutto il reparto condanne.
Le quindici persone condannate in primo grado nell’ottobre 2024 — dal gup Ciollaro, rito abbreviato e pacchetto completo — si ritrovano ora con pene decisamente più leggere. L’indagine della Dda e dei carabinieri sulla Valle Caudina, quella diventata di dominio pubblico il 4 dicembre 2023 con arresti e misure cautelari, resiste, ma si alleggerisce.
Le accuse, comunque, sono rimaste quelle di tutto rispetto: tentata estorsione, traffico di droga, detenzione e spaccio. Perché la Valle Caudina, si sa, quando si muove, non fa le cose a metà.
E così, via al nuovo listino prezzi:
- De Paola Aniello passa da “11 anni e mezzo” a “6 anni e 10 mesi”, quasi un taglio capelli.
- De Paola Eugenio scende da quasi 19 anni a poco più di 7: sconto Black Friday anticipato.
- Le altre pene giù di conseguenza, con riduzioni che sembrano più una promozione commerciale che una sentenza.
Tra gli imputati troviamo nomi noti della zona — Pagnozzi compresi — e qualche pendolare del crimine proveniente da Pomezia, Anzio e Ardea. Una compagnia variegata, insomma.
La storia dell’inchiesta nasce dalla denuncia dell’amministratore di un’impresa edile impegnata in lavori per oltre 2 milioni a Castelpoto. L’uomo aveva raccontato di una visita poco cordiale in cantiere: due individui in auto, uno dei quali con la mano nella borsa come a dire “qui dentro c’è qualcosa che non vuoi vedere”.
Il messaggio era chiaro:
“O vi mettete a posto con la Valle Caudina, o sparo a tutti.”
Un approccio negoziale delicato, insomma. Difficile dire di no.
Ora, dopo il passaggio in appello, le pene sono state ricalibrate, e la lunga saga giudiziaria della Valle Caudina aggiunge un nuovo capitolo: meno drammatico, più… scontato.