Solofra, maxi inchiesta sul riciclaggio: chiesto il processo per 24 indagati

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La Procura della Repubblica di Avellino ha chiesto il rinvio a giudizio per ventiquattro persone coinvolte in un presunto giro di riciclaggio e fatture per operazioni inesistenti, un sistema che avrebbe movimentato milioni di euro attraverso una rete di imprese fittizie. A firmare la richiesta di rinvio a giudizio è stato il pubblico ministero Luigi Iglio, con l’udienza preliminare fissata per il prossimo 13 gennaio davanti al Gup Mauro Tringali.

L’indagine, condotta dai militari della Guardia di Finanza della Tenenza di Solofra, ha permesso di ricostruire un complesso meccanismo di frode che, secondo gli inquirenti, aveva come epicentro proprio la cittadina conciaria. Il sistema era strutturato su più livelli: una società capofila, con sede nel Lazio, che generava i crediti, tre imprese “ponte”(note come “buffer”) che facevano da intermediari, e una costellazione di almeno diciassette “cartiere”, intestate a prestanome — molti dei quali giovanissimi — che servivano per l’emissione delle fatture false.

Le accuse contestate, a vario titolo, spaziano dall’associazione per delinquere al riciclaggio e autoriciclaggio, fino all’uso e all’emissione di fatture per operazioni inesistenti. In cambio della disponibilità a figurare come titolari delle imprese fantasma, i prestanome avrebbero ricevuto poche centinaia di euro.

Le operazioni illecite, secondo le ricostruzioni della Finanza, avvenivano attraverso lo scambio di documentazione contabile fittizia tra le società coinvolte, permettendo il trasferimento di ingenti somme di denaro e la loro successiva “ripulitura” tramite conti correnti e movimenti societari.

Il collegio difensivo è composto da numerosi avvocati del foro di Avellino, tra cui Gaetano Aufiero, Mimmo Iommazzo, Massimiliano Russo, Vincenzo Dino Iasuozzi, Valentina Musto e altri professionisti impegnati nella difesa degli indagati.

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