Avellino, inchiesta Do Ut Des: nuovo sequestro da 80mila euro

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Nuovo sviluppo nell’inchiesta “Do Ut Des” che ha travolto funzionari pubblici e imprenditori dell’Irpinia. Il pubblico ministero titolare del fascicolo ha infatti disposto un nuovo sequestro preventivo d’urgenza per circa 78mila euro, somme non vincolate dal precedente provvedimento del giudice per le indagini preliminari Mauro Tringali.

Il gip, infatti, dopo il sequestro bis dei contanti rinvenuti presso l’abitazione di A.R., aveva convalidato la misura cautelare solo per circa 17mila euro, ordinando lo svincolo della restante parte dei 95mila euro inizialmente bloccati. Tuttavia, il pubblico ministero ha firmato un nuovo decreto, ritenendo che anche la somma residua rappresenti proventi derivanti da attività illecite connesse alla presunta rete di corruzione e appalti pilotati al centro dell’indagine.

Al momento sono cinque gli indagatitre dipendenti della Provincia di Avellino – identificati con le iniziali S.D., A.R. e C.C. – e due imprenditori ediliE.L. e G.P., beneficiari secondo gli inquirenti di affidamenti irregolari. Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, di corruzione, falsità materiale e falsità ideologica.

Le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economica e Finanziaria di Avellino, coordinate dalla Procura, hanno già acquisito documentazione amministrativa e contabile relativa agli appalti sospetti, oltre ad aver effettuato accertamenti su conti correnti, bonifici e tabulati telefonici.

Nel corso delle indagini, gli investigatori hanno inoltre estratto, con l’ausilio di due consulenti nominati dal sostituto procuratore Fabio Massimo Del Mauro, copie forensi dei cellulari sequestrati agli indagati, da cui emergerebbero ulteriori elementi utili per ricostruire la presunta trama corruttiva.

A difendere gli imputati figurano gli avvocati Claudio Frongillo, Ennio Napolillo, Giorgio Palma e Nello Pizza. Gli inquirenti intanto proseguono il lavoro di analisi delle numerose intercettazioni acquisite, ritenute cruciali per delineare con chiarezza il sistema di scambi illeciti al centro dello scandalo che scuote la provincia di Avellino.

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