Un uomo di 36 anni, originario di Morcone e residente in Campania, è stato riconosciuto colpevole e condannato — con il rito abbreviato — a 4 anni e 4 mesi di reclusione per abusi sessuali nei confronti di una donna. Il giudice, Maria Di Carlo, ha emesso per l’udienza preliminare la sentenza a carico dell’imputato, difeso dall’avvocato Luca Russo.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti e dal Pubblico Ministero Maria Gabriella Di Lauro, il fatto contestato risale al 1° agosto 2023. In quella occasione, l’uomo e la donna si trovavano insieme,intenti a fare effusioni; quando lei si sarebbe opposta, lui si sarebbe fatto minaccioso.
Le avrebbe urlato che l’avrebbe uccisa, che le avrebbe tagliato la testa e l’avrebbe appendesa fuori da una finestra. Per timore, la vittima sarebbe stata costretta a subire atti sessuali e a compiere pratiche che non voleva.
Dopo l’allontanamento dell’uomo, la donna, assistita dall’avvocato Loredana Soricelli, si è rivolta ai Carabinieri per denunciare l’accaduto. Sulla base della sua testimonianza e delle prove raccolte, è stata avviata un’indagine che ha portato all’imputazione e successiva condanna dell’uomo.
Nella sentenza, il GUP ha anche stabilito che l’uomo dovrà risarcire la vittima in sede separata, ossia tramite un procedimento civile parallelo.
Questa vicenda rappresenta un caso drammatico di violenza e coercizione: non solo il ricorso alla minaccia estrema (“ti taglio la testa”) e all’orrore dell’esposizione pubblica dell’aggressione, ma anche l’imposizione di atti sessuali contro la volontà della vittima. La decisione del giudice con rito abbreviato ha permesso un processo più veloce, ma non meno severo, rispetto al rito ordinario.


