È stato condannato a otto anni e sei mesi di reclusione un 25enne di nazionalità straniera, ex calciatore con brevi trascorsi nel Benevento Calcio, accusato di violenza sessuale aggravata, violenza privata e danneggiamento nei confronti della moglie. La sentenza è stata pronunciata oggi dal Tribunale di Benevento, al termine di un processo durato diversi mesi. Il pubblico ministero Olimpia Anzalone aveva chiesto una pena di dieci anni e quattro mesi.
Secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dalla Procura, i fatti si sarebbero verificati tra novembre 2020 e luglio 2021 nel capoluogo sannita. L’uomo, difeso dall’avvocato Gianluca Attanasio, avrebbe costretto la moglie a subire rapporti sessuali contro la sua volontà, in un periodo particolarmente delicato, poco dopo il parto.
In un episodio ricostruito nel dettaglio dagli investigatori, l’imputato avrebbe preteso un rapporto nonostante la donna lo avesse esplicitamente rifiutato, spiegando di non sentirsi ancora pronta fisicamente dopo la nascita del figlio. In un’altra occasione, avrebbe abusato di lei mentre si trovava distesa sul letto con il neonato accanto, nonostante il tentativo della vittima di opporsi.
A completare il quadro accusatorio, anche un episodio di violenza privata, quando l’uomo le avrebbe strappato dalle mani il cellulare per impedirle di registrare una lite scoppiata in casa.
Il Tribunale ha disposto, oltre alla pena detentiva, anche il risarcimento dei danni in favore della donna – che si era costituita parte civile assistita dall’avvocato Annamaria Soreca – e dell’associazione “Gens Nova”, rappresentata dall’avvocato Luisa Faiella, da liquidarsi in separata sede.
Il verdetto arriva al termine di una vicenda che ha scosso profondamente l’opinione pubblica locale per la crudeltà delle condotte e la vulnerabilità della vittima, costretta a subire violenze nel momento più fragile della propria vita.
La difesa dell’uomo, che ha sempre negato le accuse, ha già annunciato ricorso in appello, sostenendo che la relazione fosse caratterizzata da reciproci conflitti e non da imposizioni.


