La Corte d’Appello di Benevento ha ribaltato parzialmente la sentenza di primo grado nel processo sulla presunta tangente legata ai lavori di somma urgenza per la sistemazione del torrente Titerno a Cusano Mutri, dopo l’alluvione del 2015.
In primo grado, il 26 settembre 2023, il Tribunale aveva assolto tutti gli imputati “perché il fatto non sussiste”. La Procura aveva però impugnato la decisione, ottenendo ora la condanna di due dei tre coinvolti.
Condannati a due anni e otto mesi di reclusione sono stati Giuseppe Maria Maturo, 58 anni, sindaco di Cusano Mutri dal 2014, e Remo Di Muzio, 49 anni, geometra libero professionista. È stata invece confermata l’assoluzione di Nicola Russo, 52 anni, ex capo dell’Ufficio tecnico comunale.
L’indagine dei carabinieri era nata dopo la denuncia dell’imprenditore Bartolomeo Velardo, titolare della ditta che aveva eseguito gli interventi e parte civile nel processo. Le accuse di concussione erano state sostenute da intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che da video e registrazioni effettuate dallo stesso Velardo.
Nel giugno 2018 Maturo e Di Muzio erano finiti agli arresti domiciliari, misura poi annullata dal Tribunale del Riesame, che aveva ritenuto la vicenda più vicina all’ipotesi di induzione indebita che non di concussione. La Cassazione, nel gennaio 2019, aveva confermato quella decisione, dichiarando inammissibile l’appello della Procura.
Durante gli interrogatori, entrambi gli imputati avevano negato qualsiasi pressione sull’imprenditore, sostenendo che i 2.000 euro ripresi in un video non fossero una tangente, ma il pagamento di una prestazione professionale.
Velardo, in aula, aveva motivato il proprio comportamento parlando di una sorta di “pace sociale”, spiegando di aver agito così per non essere escluso dagli appalti futuri. Una versione respinta dagli imputati, che hanno sempre rivendicato la correttezza del loro operato.
Con la nuova sentenza, la lunga vicenda giudiziaria sulla “tangente a Cusano” si arricchisce di un nuovo capitolo, in attesa di conoscere le motivazioni della decisione d’appello.


