Avellino, Moscati verso il nuovo Pronto Soccorso: mancano dieci medici per garantire i turni

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“Per arrivare alla nuova primavera del Moscati, dovremo attraversare un inverno che speriamo non sia troppo lungo”. Con questa metafora, il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Germano Perito ha descritto il percorso che porterà al completamento del nuovo Pronto Soccorso di Avellino, finanziato con i fondi del Pnrr. Un progetto ambizioso che prevede un ampliamento del 120% degli spazi attuali e una riorganizzazione completa dei percorsi di emergenza, ma che deve fare i conti con una grave carenza di personale medico.

Attualmente, all’appello mancano dieci medici rispetto ai ventiquattro previsti come standard in base al numero di accessi. “Ne abbiamo solo quindici – ha spiegato Perito – perché alcuni sono andati via. Per garantire i turni, chiediamo supporto agli altri reparti. La difficoltà è aggravata dall’afflusso di pazienti provenienti anche dalle Asl Napoli 1 e Napoli 3, che rappresentano una quota significativa delle nostre urgenze”.

A pesare sul funzionamento del Pronto Soccorso ci sono anche i duemila codici verdi al mese, un dato che, secondo Perito, “non rispecchia pienamente la realtà clinica”. Molti dei pazienti classificati come codici verdi, infatti, dovrebbero essere gestiti sul territorio e non in ospedale. “Questa sovrapposizione – ha aggiunto il direttore – nasce dalla carenza di strutture intermedie e di servizi territoriali adeguati. Il Pdta (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) potrà aiutarci a ridurre questi accessi impropri, ma serviranno tempo e organizzazione”.

Sul fronte infrastrutturale, i lavori per il nuovo Pronto Soccorso sono già partiti. L’ingegnere Sergio Casarella ha illustrato il cronoprogramma, precisando che l’obiettivo è completare tutto entro marzo 2026. “Abbiamo già realizzato il nuovo pronto soccorso ostetrico e ginecologico – ha spiegato – e procederemo alla riorganizzazione degli spazi per evitare blocchi e interruzioni delle attività. Alla fine avremo 2.515 metri quadrati contro gli attuali 1.080, ambienti più funzionali e accoglienti, pensati per migliorare l’assistenza e l’esperienza dei pazienti”.

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