È ufficialmente sfumato il progetto di co-progettazione tra il Comune di Benevento e l’associazione DI.CO. – Digital and Contemporary Art ETS, fondata dall’imprenditore sannita Fabrizio D’Aloia e presieduta da Pellegrino De Santis, per la riqualificazione e gestione dell’area eventi adiacente all’Hortus Conclusus, celebre opera del maestro Mimmo Paladino.
A sancire la conclusione con esito negativo dell’iniziativa è una determina del Servizio Cultura di Palazzo Mosti, che mette la parola fine a un percorso amministrativo avviato dieci mesi fa, nel dicembre 2024, con l’obiettivo di valorizzare due aree strategiche: l’ultimo piano dell’ex convento di San Vittorino e lo spazio limitrofo all’Hortus.
L’unica proposta pervenuta entro i termini era stata quella di DI.CO. ETS, inizialmente giudicata idonea dalla Commissione tecnica. Tuttavia, la Commissione Paladino — organismo di garanzia istituito nel 2019 per tutelare l’integrità dell’Hortus Conclusus — aveva imposto una condizione imprescindibile: mantenere una netta separazione fisica e funzionale tra lo spazio monumentale e la futura area eventi.
Durante i tavoli di lavoro, l’associazione aveva proposto soluzioni di compromesso — come segnaletica dedicata, personale di vigilanza e regolamenti interni — ma tali misure non hanno mai ottenuto il via libera formale della Commissione.
Dopo un primo incontro il 31 marzo, il Comune aveva richiesto a DI.CO. una risposta definitiva, che è arrivata soltanto il 25 agosto, accompagnata da nuove richieste di chiarimenti tecnici. Nel frattempo, il Settore Lavori Pubblici aveva già verificato la possibilità di un accesso autonomo da Via Annunziata, poi scartata per motivi tecnici e logistici.
Alla luce di tali criticità, il Comune ha deciso di archiviare il procedimento, precisando però che, qualora venissero meno gli ostacoli attuali, sarà possibile riattivare la procedura.
La mancata intesa rappresenta una battuta d’arresto per le ambizioni culturali legate alla valorizzazione dell’Hortus Conclusus. Il progetto di DI.CO. mirava infatti a creare uno spazio innovativo per l’arte digitale e contemporanea, in dialogo con il contesto storico-artistico del luogo. Resta ora da capire se l’Amministrazione comunale riuscirà a ripensare la pianificazione dell’area, conciliando tutela artistica e sviluppo culturale.


