Nel territorio di Benevento, il settore agricolo sta attraversando una crisi profonda che ogni giorno si traduce nella scomparsa di piccole realtà produttive. Le aziende familiari, che da generazioni custodiscono saperi e tradizioni, stanno chiudendo i battenti una dopo l’altra, schiacciate da un sistema economico che favorisce le grandi imprese e rende sempre più difficile la sopravvivenza per i piccoli coltivatori.
Le difficoltà non riguardano solo la sostenibilità economica, ma anche le condizioni di chi lavora nei campi. I braccianti agricoli, spesso soggetti a dinamiche di sfruttamento, operano in un contesto segnato da appalti al ribasso, mancanza di sicurezza e scarsa tutela dei diritti. In alcuni casi, queste condizioni hanno portato a gravi incidenti, anche mortali.
Sindacati e rappresentanti dei lavoratori denunciano la necessità di applicare pienamente le leggi già esistenti contro il caporalato e chiedono lo sblocco di importanti strumenti contrattuali, come quello del comparto forestale, fermo da tempo. La situazione è resa ancora più complessa dalla mancanza di una visione politica concreta per il rilancio del settore.
A livello strutturale, pesa anche una gestione iniqua dei fondi europei, che finiscono per alimentare le grandi aziende a scapito dei piccoli produttori, che ricevono solo una minima parte delle risorse disponibili. Questa disparità contribuisce a svuotare le campagne e a far perdere la ricchezza culturale e identitaria del territorio.
Se non si interviene con urgenza attraverso politiche mirate, incentivi per i giovani agricoltori, investimenti nella sicurezza e una distribuzione più equa dei fondi, il rischio è quello di assistere alla progressiva cancellazione di un’intera economia locale fondata sull’agricoltura.