Napoli – Poco meno di un mese e mezzo al voto e gli ultimi sondaggi danno Rivoluzione Civile, in Campania, al 11 per cento. Una percentuale significativa ma, quel che conta, vitale per arriverà al 4% su base nazionale che serve al partito di Antonio Ingroia per entrare in Parlamento.
Il dato relativo alla Campania, tuttavia, è inferiore a quanto rilevato qualche giorno fa (13%) e secondo noi per due ordini di ragioni. La prima è che una parte di elettori di sinistra, con l’avvicinarsi delle elezioni, evidentemente non si accontenta più della mera protesta o del nuovo progetto e si dirige verso il PD ritenuto l’unica frontiera contro la destra; la seconda, forse, per le continue defezioni di quei rappresentanti della società civile che, a torto o ragione, ritengono che non sia rimasto più nulla di “civile” nel soggetto politico dell’ex magistrato.
Potremmo sbagliarci ma la sensazione, che trova conforto nei sondaggi, è che, con il progredire della campagna elettorale, cresce l’interesse degli italiani verso la competizione con la conseguente formazione di orientamenti più precisi anche tra chi, fino a qualche tempo fa, si dichiarava indeciso o tentato dall’astensione. Così come cresce, nei piccoli partiti ed in modo particolare tra i di sostenitori di Rivoluzione Civile, il numero di sostenitori che mutano il loro orientamento e cambiare idea. Proprio come è accaduto a Loredana Vecchi, candidata nelle liste di ‘Rivoluzione Civile’ di Antonio Ingroia, Circoscrizione Campania 2, che ha comunicato di aver fatto un passo indietro.
“In merito agli ultimi sviluppi nazionali e locali del progetto elettorale “Rivoluzione civile” – ha dichiarato Loredana Vecchi – , sento il dovere di portare a conoscenza della cittadinanza i motivi del ritiro della mia candidatura alla lista. Di fatto la mia iniziale adesione come membro di “Cambiare si può” è venuta meno in quanto sono venuti a mancare i buoni propositi per fare una politica nuova: ad un cast composto anche da nuove candidature si è affiancata una vecchia regia.
Ciò ha minato le basi del progetto lasciando, ancora una volta, campo ad un cartello elettorale teso al riciclo di soggetti politici ormai vetusti i quali, presi singolarmente, non avrebbero avuto speranze di elezione. Ritengo che la politica è qualcosa che deve appartenere di più al cittadino, in termini di coscienza e partecipazione attiva. Pertanto considero un impegno morale, civile e politico distaccarmi dalla logica elettoralistica per sostenere la proposta di un modo nuovo di fare politica e operare per un coinvolgimento attivo dei cittadini nella gestione della Cosa Pubblica, affinché la politica cessi di essere un mero luogo di poteri”.
Ma cosa sta succedendo? Manca poco meno di un mese e mezzo dalle elezioni e il risultato definitivo delle consultazioni è lungi dall’essere determinato.