Roma- Lo scorso 13 giugno, il Consiglio regionale della Campania approvava all’unanimità un provvedimento che, finalmente, garantiva finanziamenti certi e non stornabili alle Asl per istituire il Registro dei Tumori; uno strumento fondamentale che avrebbe consentito di mettere in rete i dati sull’incidenza delle patologie tumorali a disposizione di tutta la regione, senza fermarsi alla quarantina di comuni finora raggiunti.
Ebbene, a quattro mesi da quel giorno ed il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare alla Corte Costituzionale questa importantissima legge sull’istituzione del registro tumori in quanto, spiega Palazzo Chigi, “contiene alcune disposizioni in contrasto con il piano di rientro dal disavanzo sanitario”. Che vergogna!.
Proprio così, perché la decisione del consiglio dei ministri, rappresenta per tutti i cittadini di questa regione, ma anche per le associazioni che in questi anni si sono battuti per dimostrare che la Campania è una regione avvelenata, un’autentica beffa. Da queste parti, le morti per cancro sono ben al di sopra della media nazionale e con buone probabilità proprio a causa dell’inquinamento dell’aria e del suolo causato da decenni di uso scellerato del territorio. Ma che importa, non ci sono soldi ed il Governo dei banchieri ancora una volta li racimola sulla nostra pelle.
“Una vera e propria condanna a morte – scrive l’oncologo e tossicologo napoletano Antonio Marfella sulla sua pagina Facebook – per tutti i nostri figli che non potranno avere i soldi per pagarsi le cure con i “farmaci innovativi” inefficaci che questo governo impone di usare immediatamente in Campania. Il blocco della Legge è un’esplicita dichiarazione di guerra di sterminio per sei milioni di cittadini campani”.
Lunedì 13 è stata organizzata una catena umana davanti al “Pascale” in largo San Giuseppe Moscati.Tutti uniti, medici e cittadini per chiedere il registro tumori e opporci alla alleanza tra stato e camorra a danno della salute di tutti i cittadini della Campania.
Anche io ci sarò a protestare contro questa decisione del Governo e chi l’ha sostenuta. Una cosa, però, a questi signori, così come ha scritto il mio collega Dario De Michele da qualche parte, gliela voglio già dire ora: andate affanculo!