Ma il Commissario Nardone, era di Venticano o di Pietradefusi?

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Avellino- La stagione della fiction di Rai 1, comincia questa sera con “Il Commissario Nardone”, la storia del poliziotto irpino che ha inventato la Squadra Mobile, il 113 e la scientifica. Un personaggio, quello di Mario Nardone che non nasce dalla fantasia di uno scrittore, ma è realmente esistito. Un poliziotto vero, non uno qualunque, capace di dare la caccia ai criminali e alimentare tra la gente la passione per la cosiddetta “cronaca nera”, di cui si inizia a leggere proprio in quegli anni.

Il commissario Nardone venne trasferito in Lombardia subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale perché si era macchiato di una colpa gravissima: l’aver denunciato alcuni colleghi coinvolti in traffici poco puliti. Grazie al suo modo di lavorare e al suo grande intuito, Nardone portò a termine tutte le indagini da lui avviate, anche grazie all’aiuto della squadra che costruì e che lo supportò in modo continuo. Scegliendo personalmente i suoi collaboratori, finì per creare la prima squadra investigativa italiana, la Mobile, strutturata per stare al passo con le innovazioni che vengono architettate dai criminali.

La messa in onda della fiction del “Commissario Nardone”, oltre a sollevare la curiosità di numerosi irpini che seguiranno, di certo, le sei puntate in programmazione, ha già suscitato gelosie sull’origine di Mario Nardone. I Comuni di Venticano e Pietradefusi, infatti, già si contendono le origini del Commissario che, a quanto pare, è nato in località Passo allora frazione del Comune di Pietradefusi, dal 1948 annessa al Comune di Venticano.

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